lunedì 13 settembre 2010

Un giorno di tanti anni fa, un uomo e una donna credendo di amarsi alla follia, in un bosco lontano dalla città, fra il profumo primaverile delle piante in fiore e la loro pelle mescolata, si scambiarono il loro amore eterno, promettendosi a vicenda di non farsi mai del male e non deludersi.
"Qui si bagna il nostro sangue insieme!"
"Qui noi ci uniamo per intrecciare le nostre vite!"
"Mai ti farò del male"
"Mai ti deluderò!"
Passarono gli anni, come fossero vento, erano uniti come due rovi, inscindibile la passione che li univa, cercavano riuscendoci sempre di reinventarsi, di amarsi sempre di più. Insieme viaggiavano, trovavano il loro tempo infinito. In mezzo alla loro vita complicata e piena di impegni, per loro non era un problema stare lontani, questo a dimostrazione dell'unione indissolubile che li legava. Le loro notti erano costellate di sogni, speranze, lettere, poesie, teatri e arte. Insieme tendevano a superare ogni paura, ogni problema, per una volta sentivano di non essere da soli, compensavano e si incastravano l'uno all'altra come se avessero finalmente trovato la perfezione o quello che sembrava tale, ciò che più si avvicinava ad una idilliaca imperfezione terrestre.
Non si poteva dire che il loro amore non fosse reale o completo, o addirittura i due si amassero alla follia. Ma tutto in un circuito di pensieri e parole, viene messo in discussione, non da fattori esterni, o da l'intrusione di complicazioni, siamo noi stessi a metterci in discussione e a creare ostacoli, non c'è niente di più idiota al mondo del nostro stesso ostinato intelletto tendente costantemente all'autodistruzione.
I due cominciarono ad allontanarsi, drasticamente, in maniera rapida. Lei smise di farsi viva, si chiuse in un cerchio inutile di pensieri, non smettendo di amarlo, ma con la sicurezza di poter fare a meno di lui.
La reazione di lui fu catastrofica, non sapeva darsi una ragione, vedeva il suo corpo e il suo spirito ritorcersi in continui spasmi di dolore e momenti di totale apatia, di distacco dalla vita inutilmente vista come uno spreco.
Si erano staccati, né si vedevano né si sentivano più da tempo e lui non riusciva a capirne il motivo, lei l'aveva lasciato con la sicurezza di potersi rivedere, che serviva semplicemente un po' di tempo. Ma era sparita, provò anche ad informarsi in giro, tramite amici in comune e gente che ipoteticamente avesse potuto vederla, ma niente, tutto inutile, nessuno aveva la vaga idea di dove fosse.
Quando un giorno tornando in città, proprio vicino a quel piccolo parco nel quale si incontrarono la prima volta la vide e lo spettacolo che gli si parò di fronte lo fece a dir poco rabbrividire.
La donna che amava, che anche in quel momento al solo vederla le sue gambe tremavano, era distesa a terra e presa da spasmi violenti riusciva appena a prender fiato. Lui si avvicinò più velocemente possibile e le domandò
"Cosa ti succede?".
Con la poca voce che poteva emettere la sua stanca e sgomenta bocca lei disse
"Prova a capire. La promessa…" e ancora " abbiamo promesso che non ci saremmo mai fatti del male, che non ci saremmo mai delusi. Invece adesso stiamo soffrendo, entrambi, il dolore che il mio pensiero ti fa morire, il dolore che il tuo pensiero mi fa morire!"
I loro mondi realmente riflessi l'uno nell'altra, non solo li facevano alzare in volo, ma li schiantavano a terra con una violenza inaudita. Erano davvero legati, erano davvero due rovi, intrecciati fino a sanguinare...