mercoledì 10 novembre 2010

Vedo intorno a me il caos
cadono case come fossero stelle,
pietre e enormi travi di ferro
mi si conficcano addosso…
Voragini di fuoco
si aprono sotto i miei piedi!
Mi sento cadere
croci infuocate mi puntano,
centrato in fronte come fossi un bersaglio,
come mille frecce mi trafiggono
e mi spingono in fondo,
al centro di tutto,
confondendo i miei sensi,
confondendo le passioni...
senza comprendere quello a cui vado incontro
attrazione e repulsione, amore e odio
tu al centro di tutto
mille cani divorano il nostro giardino
l'erba fluente si dirada, la vita muore
apparenza tutto è così labile,
la nostra esistenza è labile e incerta
come questa visione, l'apparenza del reale…
mi sveglio e sei con me,
il tuo corpo nudo ancora contratto da smorfie di sonno
sorrisi al centro di questo letto così piccolo,
non c'è vuoto…non stavolta!
non sono solo a cercare quel fiato
non sono solo a cercare quella pace
non sono solo a cercare quel sapore
non sono solo a contrarre le mani in una stretta
non siamo soli…non stavolta!
Cerco un appiglio abbastanza forte,
che sostenga quest'intreccio d'anime
che sostenga il mondo
come un gioco di burattini
i fili si attorcigliano
non possiamo resistere a questi nodi
ci legano e strozzano…CIANOTICO!…
pelle bianca in un corpo vivo…
ti stringo con tutto me stesso,
almeno stavolta…

lunedì 13 settembre 2010

Un giorno di tanti anni fa, un uomo e una donna credendo di amarsi alla follia, in un bosco lontano dalla città, fra il profumo primaverile delle piante in fiore e la loro pelle mescolata, si scambiarono il loro amore eterno, promettendosi a vicenda di non farsi mai del male e non deludersi.
"Qui si bagna il nostro sangue insieme!"
"Qui noi ci uniamo per intrecciare le nostre vite!"
"Mai ti farò del male"
"Mai ti deluderò!"
Passarono gli anni, come fossero vento, erano uniti come due rovi, inscindibile la passione che li univa, cercavano riuscendoci sempre di reinventarsi, di amarsi sempre di più. Insieme viaggiavano, trovavano il loro tempo infinito. In mezzo alla loro vita complicata e piena di impegni, per loro non era un problema stare lontani, questo a dimostrazione dell'unione indissolubile che li legava. Le loro notti erano costellate di sogni, speranze, lettere, poesie, teatri e arte. Insieme tendevano a superare ogni paura, ogni problema, per una volta sentivano di non essere da soli, compensavano e si incastravano l'uno all'altra come se avessero finalmente trovato la perfezione o quello che sembrava tale, ciò che più si avvicinava ad una idilliaca imperfezione terrestre.
Non si poteva dire che il loro amore non fosse reale o completo, o addirittura i due si amassero alla follia. Ma tutto in un circuito di pensieri e parole, viene messo in discussione, non da fattori esterni, o da l'intrusione di complicazioni, siamo noi stessi a metterci in discussione e a creare ostacoli, non c'è niente di più idiota al mondo del nostro stesso ostinato intelletto tendente costantemente all'autodistruzione.
I due cominciarono ad allontanarsi, drasticamente, in maniera rapida. Lei smise di farsi viva, si chiuse in un cerchio inutile di pensieri, non smettendo di amarlo, ma con la sicurezza di poter fare a meno di lui.
La reazione di lui fu catastrofica, non sapeva darsi una ragione, vedeva il suo corpo e il suo spirito ritorcersi in continui spasmi di dolore e momenti di totale apatia, di distacco dalla vita inutilmente vista come uno spreco.
Si erano staccati, né si vedevano né si sentivano più da tempo e lui non riusciva a capirne il motivo, lei l'aveva lasciato con la sicurezza di potersi rivedere, che serviva semplicemente un po' di tempo. Ma era sparita, provò anche ad informarsi in giro, tramite amici in comune e gente che ipoteticamente avesse potuto vederla, ma niente, tutto inutile, nessuno aveva la vaga idea di dove fosse.
Quando un giorno tornando in città, proprio vicino a quel piccolo parco nel quale si incontrarono la prima volta la vide e lo spettacolo che gli si parò di fronte lo fece a dir poco rabbrividire.
La donna che amava, che anche in quel momento al solo vederla le sue gambe tremavano, era distesa a terra e presa da spasmi violenti riusciva appena a prender fiato. Lui si avvicinò più velocemente possibile e le domandò
"Cosa ti succede?".
Con la poca voce che poteva emettere la sua stanca e sgomenta bocca lei disse
"Prova a capire. La promessa…" e ancora " abbiamo promesso che non ci saremmo mai fatti del male, che non ci saremmo mai delusi. Invece adesso stiamo soffrendo, entrambi, il dolore che il mio pensiero ti fa morire, il dolore che il tuo pensiero mi fa morire!"
I loro mondi realmente riflessi l'uno nell'altra, non solo li facevano alzare in volo, ma li schiantavano a terra con una violenza inaudita. Erano davvero legati, erano davvero due rovi, intrecciati fino a sanguinare...

martedì 27 luglio 2010

Vorrei realmente essere in grado di scrivere qualcosa di bello e coinvolgente, parlo di un racconto o un romanzo o soltanto una serie di pensieri che possano davvero far fissare il mio e lo sguardo degli altri sulle parole, comunicare una mia reale intenzione o semplicemente un emozione che in quel momento mi porta a scrivere e pervade il mio pensiero, cercare di rendere le parole reali movimenti esperienze e luoghi, usare la scrittura e la bocca per renderle elettrizzanti, piene di vita...
Spesso mi sento molto misero di idee e più concretamente di cose da dire, mi piace il mio modo di dirle quando realmente il contatto e il dialogo è forte e importante, sento quando il solo avere a che fare con un altra persona mi trascina, mi elettrizza rende il mio modesto modo di parlare e di ascoltare le parole un uragano un colpo all'indietro, sento la mancanza è come un urlo a squarciagola, sento che ho bisogno di questo per riuscire anche soltanto a mettere insieme due frasi degne di nota.
Però questo genere di cose ti porta a sbagliare ti porta a rimanere ingabbiato in una sorta di limbo creativo e in generale di rapporti, si cerca sempre il massimo, si cerca sempre di trovare quella persona che sia adatta a quello che stai cercando, non è facile e questa non è una critica, anzi è una mia consapevolezza, una scelta che mi porto dietro sempre, che mi fa soffermare su uno sguardo o su una persona, amo i rapporti, amo lo scambio e il continuo fruire di pensieri e idee anche se spesso portano a scelte, all'essere inevitabilmente invischiati in fuochi incrociati che sinceramente mi terrorizzano, vorrei solo poter essere ciò che sono senza dover obbligatoriamente sentirmi poco apprezzato per ciò che soggettivamente per me è quello che cerco...
Vorrei essere migliore di così, più concreto e sicuro di me, mi intimoriscono queste parole, ma non riuscirei a farmi sopraffare da esse, mi piace quello che sono è solo un discorso di maturazione, di esperienza, come si fa realmente a dire cos'è e dove sta la ragione e la verità, in questo caso, esse come ogni altra cosa che ci fa riflettere cambia e muta di continuo, siamo noi a plasmare le nostre certezze sono l'esperienza e la crescita che ci creano nella nostra interezza.

mercoledì 21 luglio 2010

C'è una figura esile che si staglia davanti a me, riesco a vedere i contorni. Sono in un posto buio tagliato soltanto da qualche raggio di sole che entra da piccole finestre molto alte.
Ti muovi lentamente, danzi davanti a me, in mezzo a innumerevoli busti di gesso, la maggior parte screpolati e rotti dal tempo e dalla poca attenzione nel trasporto.
La tua testa come tutto il corpo si muove con scatti irregolari e armonici, ogni volta che sfiori un raggio di quella poca luce, riesco a intravedere il tuo bellissimo corpo nudo, i lineamenti del seno e dei fianchi, non riesco a respirare.
Ti muovi in mezzo alle statue con un armonia che non sarei riuscito nemmeno ad immaginare.
La stanza è invasa dall'odore della tua pelle, sono confuso e annebbiato, in mezzo alla stanza è posato, proprio a pochi centimetri da me, un enorme vaso pieno di rose bianche.
Ad un tratto ti fermi, i movimenti si fanno più dolci, rannicchi il tuo corpo, ti siedi proprio dietro quel bellissimo vaso. Solo adesso riesco a vedere che il tuo volto è rigato da lacrime sporche, nere del tuo trucco, non riesco a resistere mi avvicino e strofino il mio viso sulle tue guance, la nostra pelle si tocca, si sfiora, arde, sento la mia barba che si bagna delle tue lacrime sporche di trucco. Ti bacio le labbra lentamente e con dolcezza, ti sto guardando fisso negli occhi, sei bellissima....

martedì 20 luglio 2010

Vorrei essere di fronte a te, mi perdo nei tuoi occhi, vorrei sfiorare le tue labbra rosse come il sangue....vedo il tuo vestito lungo nero tagliato su una spalla la luce ti accende la scapola ormai in piena vista. Ti guardo mentre sto sentendo l'odore di sigaretta forte e aspra dentro la bocca sino in fondo alla gola, non riesco a staccarti gli occhi di dosso le tue mani sono affusolate, il volto contratto che finisce in una miriade di capelli arruffati. Penso di essere pazzo a parlare con te, penso di non riuscire a capire bene ciò che sto facendo, lo faccio e basta senza farmi troppe domande anche se la mia testa è un caos, piena di mille storie dubbi e paure, ormai è certezza....sono pazzo!!!
Ti sento parlare la tua voce risuona, è bellissima sentita da qui, sembra una cantilena, mi perdo, vorrei tu mi vedessi realmente, vorrei tu vedessi ciò che sono, vorrei tu vedessi ciò che adesso mi corre a mille in testa e dondola dentro il mio cervello.
Ci perdiamo nel vino e nelle parole immagino un raggio di luce che taglia di netto questa stanza completamente bianca e pulita, anche le pareti sembrano state appena scartate della loro pellicola trasparente.
Ti stringo la mano le nostre dita si aggrovigliano, sembra che non riescano a staccarsi più l'una dall'altra, accarezzo l'intera lunghezza del tuo pollice, adoro farlo, mi piace moltissimo il muscolo che lega il pollice all'indice, lo accarezzo, le mie mani sono contratte come sempre, non ci faccio più caso è un situazione di stasi che ormai non controllo più che fa parte della mia natura, si auto gestisce. Forse sono proprio le mie mani che tendono a farmi continuare a non mollare la presa non sono io, o forse in quel momento è tutto ciò che voglio avere quella sensazione di distanza e carne si annulla....Mi uccide, ti uccido, non riesco a non pensare.
Oggi è una giornata orribile, mi sento davvero schiacciare il petto, non so che fare e non so come farlo, non amo essere così, non amo essere drastico e distruttivo verso gli altri, non vorrei mai ammalarmi di questo, non riuscire a capire cosa è importante per me, so che mi mancherà so che mi farà stare male come non mai, le persone ti mentono guardandoti in faccia non sono mai stato bravo a capire i raggiri, non riesco a sopportare la distanza, non riesco a sopportare il distacco fisico della carne, è come se mi stessero tagliando a fette.
Mi immagino in una teca di vetro piena di vetri rotti, in questo momento non c'è nulla che non mi stia trafiggendo, oggi è una giornata orribile.....